La Galleria dell'Accademia Tadini di Lovere si arricchisce di una nuova, importante opera: l'interpretazione della Stele Tadini di Antonio Canova, un importante positivo fotografico realizzato nel 2019 da Gianni Berengo Gardin, donato al museo dalla Forni Industriali Bendotti.
La fotografia resterà esposta in Cappella, accanto alla Stele di Antonio Canova, fino al 1 novembre; la ritroveremo, insieme alle opere di Vincent Bousserez, Giuseppe Cella, Giovanna Magri, nella sala dedicata al Progetto Canova 2021.
Gianni Berengo Gardin e' un fotografo italiano nato a Santa Margherita Ligure nel 1930. Cresce e studia a Venezia, la sua vera citta' natale ( come racconta lui stesso, e' nato in Liguria solo perche i suoi genitori si trovavano in vacanza li').
Inizia a dedicarsi alla fotografia all'inizio degli anni '50. Da quel momento non smettera' mai di fotografare, accumulando cosi' un archivio fotografico monumentale capace ti raccontare l'evoluzione del paesaggio e della societa' italiana dal dopoguerra ad oggi. Fin dall'inizio focalizza la sua attenzione su una varieta' di tematiche che vanno dal sociale, alla vita quotidiana, al mondo del lavoro fino all'architettura ed al paesaggio. Berengo Gardin e' quindi un fotografo eclettico, apprezzato a livello internazionale, e che e' stato spesso accostato a Henri Cartier-Bresson per il lirismo della sua fotografia. Ma e' lui stesso a negare questo accostamento, pur ribadendo il rispetto per Bresson : "Mi dicono spesso che sono il Cartier-Bresson italiano, in realtà sono il Willy Ronis italiano, anche se una delle cose di cui più mi vanto è la dedica in cui Henri Cartier-Bresson mi scrive: “A Gianni Berengo Gardin con simpatia e ammirazione”. Avere l’ammirazione di Cartier-Bresson è il massimo, poi si può morire in pace."
Fonte : grandi-fotografi.com
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