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A Tavernola Bergamasca nel 2001 la cementifera diventò a colori, Noi vi raccontiamo come e perché.

Progetto Cementificio Tavernola Bergamasca (BG) : Jorrit Tornquist

LUOGO Tavernola Bergamasca (BG), Italia ANNO 2001

"Si prenda un cementificio e lo si trasformi in un immagine di megapixel."

Jorrit Tornquist, nato in Austria ma residente da molti anni a Cisano Bergamasco, ideatore della colorazione dell’impianto Asm di Brescia, citata ad esempio di inserimento nel paesaggio di strutture urbane, fu l'artista artefice nel colorare le grandi strutture che si affacciano sul lago. Del suo progetto disse: “Finora la maggior parte delle città e delle aziende considerano l’uso razionale del colore poco più di un optional, qualcosa in più che si fa se avanzano fondi: sono pochi coloro che vi dedicano attenzione. Basta percorrere l’autostrada pensando quanto sarebbe bello lo spettacolo se si studiassero colori e immagine per le imprese ai lati, per capire l’importanza di luce e colore. Ho avuto l’incarico dal gruppo francese proprietario della Cementifera per lo studio del reinserimento paesaggistico della grande struttura in riva al lago. Il progetto di colorazione, a cui ho già iniziato a lavorare, sarà realizzato a stralci: i dirigenti sono decisi a procedere in tempi rapidi. La proprietà vuole reinserire l’insieme della struttura nel paesaggio e mi auguro di accontentare le loro richieste ottenendo un risultato analogo a quello di Brescia”.



Riflettendo sulle differenze di forma e di volume degli elementi, penso che la strategia migliore sia creare uno schema che spezzi i volumi grandi in campi visivi minori, dando all’insieme il ritmo di un quadro, di una scenografia. Per non creare un “effetto criptico” (quello per cui il colore in natura aiuta a non essere visti dai predatori o a predare più efficacemente) ho scelto un ritmo non organico ma geometrico per eccellenza: quello del quadrato.

Poi si guardi il colore della polvere che il cementificio produce e si costruisca un'armonia su essa. I colori scelti partono da un primo accordo a quattro colori (una “tetrade”). Il blu richiama il lago e il cielo, il marrone richiama la roccia, il verde richiama la vegetazione e il rosso freddo completa la tetrade come colore “artificiale”. Questi colori di base vengono modificati verso il grigio e acquistano la chiarezza della polvere. Quest’ultimo elemento oggi è presente in minore quantità rispetto a un tempo, ma va ancora tenuto in considerazione. Alla tetrade va quindi aggiunto il colore della polvere. Grazie a questa scelta l’impolveramento reale sarà meno visibile. A quest'accordo se ne aggiunge un secondo, formato dai medesimi colori ma più saturi, da applicare nei punti strategici, dove si vuole attirare l’occhio. Questo espediente viene usato come “esca” nelle costruzioni civili di maggior qualità architettonica o per superfici piccole. Il primo accordo diventa così lo sfondo dello scenario, che si estende necessariamente fino al lago, e quindi comprende anche il muro sulla riva che, specchiandosi, amplia il campo visivo. Sicuramente anche la deformazione creata dalle onde aggiunge un’ulteriore dimensione all’insieme. Riflettendo »


 

Jorrit Tornquist nasce nel 1938 a Graz (Austria), dove studia Biologia all’Università e Architettura al Politecnico. Dal 1959 si dedica esclusivamente alle ricerche sul colore dal punto di vista scientifico. Dal 1965 importanti gallerie organizzano una serie di mostre in moltissime città italiane tra cui Milano, Venezia, Genova, Torino, Livorno, Roma, Firenze, e in alcune città straniere tra cui Bruxelles, Francoforte, Zurigo, Vienna, Berlino, Budapest e Tokyo. Espone in prestigiosi spazi pubblici quali Palazzo Reale a Milano, il Public Eye di Amburgo, il Museum of Drawers e il Mc Crony Collection di New York, il Museo Soto di Ciudad in Venezuela, il Museum of Modern Art di Eilat in Israele, e a Zagabria, Barcellona, Zurigo. Nel 1966 entra a far parte del Forum Stadtpark di Graz e realizza il suo primo “color-project” pubblico a cui seguiranno molti altri, negli anni successivi, in Italia e all’estero. Nel 1967 fonda a Graz il gruppo “Austria-Ricerche su griglie di impulsi”, e nel 1972 “Team-colore” a Milano. Sono anni di grande impegno. Nel 1973 entra a far parte del “Colour-Center” di Tokyo, nel 1977 del gruppo “Surya” di Milano e nel 1995 crea il gruppo “Color & Surface” che è attivo a Barcellona, Milano e Vienna per color-project pubblici e privati. Nel 1986 è invitato alla XLII Biennale Internazionale di Venezia nella sezione “Arte Scienza e Colore” con Veronesi, Le Parc, Munari, Vasarely, Max Bill, Loshe, Albers, Gerstner e Fontana. Nel 1994 figura tra i dieci artisti internazionali invitati alla mostra “Big and Great” di Palazzo Martinengo a Brescia. Nel 1995 è membro del Comitato Scientifico del Politecnico di Milano. Nel 1998 è direttore del Comitato Scientifico dell’Istituto del Colore di Milano. Nel 2007 è invitato alla Biennale “Stemperando”, svoltasi alla Galleria Civica d’Arte Moderna di Spoleto, a cura di Giovanna Barbaro. Tra i suoi ultimi interventi urbanistici: il nuovo Termovalorizzatore dell’ASM di Brescia, il depuratore del Garda a Peschiera, la ex Italcementi di Tavernola sul lago d’ Iseo, e la colorazione della Galleria Tito Speri di Brescia.

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